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martedì 17 aprile 2012

SUPERSTITI CONDOMINIALI

La giornata di mercoledì 12/8/09 la devo proprio raccontare perché ha dell’incredibile, ma è la pura verità. Nei 22 appartamenti su sette piani che fanno parte del fabbricato in cui abito devo ritenere di essere rimasto l’unico superstite o quasi visto quanto è accaduto. La categoria custodi-portieri è estinta. Sono le 9.00 a.m. qualcuno suona alla porta, domando chi è e mi sento rispondere che è la figlia del vicino la quale viene a portarmi le chiavi di casa sua. Già, l’avevo dimenticato, come ogni estate mi danno le loro chiavi perché io pensi al loro gatto di casa, durante l’assenza di tutta la famiglia. Io questo gatto non l’ho mai visto. Ogni giorno che sono entrato per le sue necessità lui non c’è. Ma esiste oppure no? Invece esiste e me n’accorgo dal fatto che mangia quello che gli preparo aprendo varie scatolette, beve l’acqua e lascia nella sua sabbietta parte di quello che ha mangiato e bevuto. Chicco – così si chiama – si nasconde, oppure dorme, oppure è un fantasma che finge di essere un gatto. Verso le 11 a.m. suona il citofono, domando chi è e mi rispondono “la postaaa”. Quindi apro il portone e tutto sembra sistemato salvo il fatto che per me non c’è neppure una bolletta da pagare – luce, gas o telefono – ma solo qualche lettera per chi è in vacanza e depliant pubblicitari per recarsi al mare ai carabi o in altre località esotiche. Grazie tante, queste informazioni sono preziosissime. Alle 14.30 p.m. mentre sono lì che sto facendo una pennichella sento suonare alla porta di casa. E mò chi è? Lo domando e un’altra vicina, single, abbastanza giovane, che non sta quasi mai in casa, mi dice che deve chiedermi un favore. Le dico di accomodarsi, ma non può perché ha lasciato la porta di casa aperta. Mi espone un suo problema. Cade acqua nel suo bagno proveniente dall’appartamento del piano di sopra. Embè? E io che c’entro? Mi prega di andare da lei a dare un’occhiata. Io da buon vicino aderisco, entro, vedo che sta piovendo un poco sopra il suo water benché fuori il sole spacchi le pietre e mi rendo conto del problema. Le suggerisco di andare da quelli di sopra: sono in vacanza, allora dall’amministratore del condominio: idem c.s. E’ inutile chiamare un idraulico perché il danno va riparato da sopra. E allora? Le suggerisco alcuni provvisori ridicoli rimedi come se io ne capissi qualcosa e la saluto augurandole buon ferragosto! E arriviamo alle 16.30 p.m. Suonano di nuovo alla porta. La solita domanda “chi è?” e mi risponde una voce maschile, accento veneto per quello che capisco io, che mi chiede cortesemente un favore! Ancora? Ma che giorno è venerdì 17 ? Con precauzione gli apro la porta, prima si presenta, poi mi afferma che abita al quarto piano – io non l’ho mai visto – e mi racconta che una sua domestica nel fare le pulizie ha acceso contemporaneamente troppi apparecchi e quindi è saltata la corrente elettrica. Gli preciso subito che non sono un elettricista così come alla precedente visitatrice avevo precisato di non essere un idraulico, ma lui mi assicura che ha soltanto bisogno delle chiavi della cantina dove si trovano tutti i contatori dell’intero fabbricato custoditi in una sorta di armadio di ferro e vetro con tanto di serratura tipo cassaforte. Aggiunge che purtroppo le chiavi della cantina le ha la propria moglie la quale trovasi in questo periodo in vacanza al mare e quindi mi chiede se gliele posso prestare. Io invece mi presto ad accompagnarlo, lui accetta e allora scendiamo insieme. Gli faccio vedere tutte le operazioni necessarie da compiere dato che lui non ci ha mai messo piede, gli dico di rientrare in casa e di avvisarmi se tutto è andato a posto. Riscende e mi conferma il ripristino della corrente. Risaliamo, mi ringrazia molto presentandosi – come il solito non ho capito né nome e neppure il cognome – mi saluta e se ne va. Passano appena trenta minuti e il campanello della porta torna a suonare. Ho capito, devo decidermi ad evadere da casa mia. Abito al primo piano quindi prendendo un lenzuolo e attorcigliandolo a mo’ di corda, aprendo la finestra, calandomi in strada posso fuggire verso la libertà da campanelli di qualsiasi tipo. Altra suonatina del campanello, ripeto la stessa domanda e mi risponde la voce del veneto del quarto piano: povero me, la corrente elettrica gli è scomparsa un’altra volta. E invece lui mi porge sorridendo una capace busta di carta con dentro cinque – dico cinque – bottiglie di vino accompagnate da un largo sorriso e da numerosi altri ringraziamenti. Io resto imbambolato, cerco di dirgli che non è il caso, che mi sento imbarazzato, ma lui non sente ragioni. Insiste dicendo che lui è un commerciante in questo ramo, mi porge la mano e mi saluta ancora più calorosamente di prima. Poggio le cinque bottiglie sul ripiano della credenza, ne leggo le etichette, non ne capisco granché dato che “parlano” francese e le metto in attesa. Però, hai capito il veneto che bravo, tre rossi e due bianchi, un po’ elevati di grado ma pazienza soffrirò in silenzio.
DULCIS IN FUNDO: poco dopo le 18.00 p.m. la suonata al citofono di mio figlio che è solito passare quasi quotidianamente per una visitina, dà un’occhiata in giro, incrocia le cinque bottiglie e le squadra. “Papà” mi dice “questo è vino d’alta qualità”. Lui afferma di essere un discreto intenditore e un buon bevitore. Neppure gli interessa sapere da dove sono piovute quelle bottiglie, le scruta attentamente e tre di loro s’involano verso casa sua, Poi, di quello rimasto, mi raccomanda di berlo con parsimonia dato che è vino d’alta gradazione. Con tanti ringraziamenti al gentile signore del quarto piano e alle chiavi della cantina in vacanza al mare.

4 commenti:

Rosaria ha detto...

Caro Alduccio, un pomeriggio di fuoco..dentro e casa tua..ma alla fine il veneto ha saputo come dire...chiudere in bellezza la giornata un po' accaldata dei tuo condomini.
Quando vengo da te se il veneto abita ancora li..mi raccomando presentamelo.
Non per nulla...per il vino di alta qualità.
Alla fine la ricompensa è arrivata.

Ti abbraccio, come sempre racconti divinamente..ma che ho fatto per meritarti come amico?

riri ha detto...

Che bello Aldo, avere dei vicini così..rompiscatole, se poi ti ringraziano con un buon vino doc..come sai amo i rapporti di buon vicinato e conosco tutti, anche se alcuni non li sopporto, ma ripeto, quando un vicino ha bisogno di qualcosa e trova persone così disponibili come te..la vita diventa più bella. Baci

Chumani ha detto...

Ciao, ti ho scoperto oggi: e poi dicono che ad Agosto i condomoni si svuotano e si soffre di solitudine!
Anche io scrivo sul mio blog di varia umanità condominiale e non solo, se ti va potremmo scambiarci le idee.
Ci riscriveremo presto.

Soffio ha detto...

un samaritano condominiale, forse vale la pena fare il custode così pagano

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